mercoledì 29 luglio 2015

La Moschea di Büchel riaprirà? C'è attesa per la sentenza del Tribunale



Fra le varie polemiche legate alla Biennale Arte 2015 di sicuro la più eclatante è quella sul Padiglione Islanda, ormai conosciuto da tutti come “La Moschea di Venezia” perché si trattava di una vera e propria moschea ospitata dalla chiesa di Santa Maria della Misericordia, edificio inutilizzato da anni e ormai di proprietà privata. Un’opera molto acuta dell’artista svizzero Christoph Büchel (Basilea, 1966, cittadino islandese, già Hugo Boss Prize) e commissionata dall'Art Center Islandese (ICA) per riflettere sul tema della tolleranza religiosa in una città da sempre crocevia di culture come Venezia che però non ha mai avuto un luogo di culto per i musulmani, costretti a ritrovarsi nella vicina Marghera.

Come avrete letto tutti, il Padiglione è stato chiuso dalle autorità cittadine una decina di giorni dopo l’inaugurazione. La motivazione ufficiale sono stati i problemi di capienza massima dell’edificio, superata in più occasione dalla grande affluenza di fedeli, oltre che l’assenza di servizi igienici. Ma è chiaro che c’è dell’altro e che quindi l’opera ha colto nel segno, stimolando la riflessione su una certa latente xenofobia di una parte della popolazione cittadina e la paura di attentati sempre presente.


Io mi auguro però che l’arte abbia la meglio e che quindi il ricorso espresso dall’ICA venga accolto, grazie anche alla partecipazione di curatori internazionali (fra cui l’onnipresente Germano Celant) che hanno testimoniato per dimostrare che si tratta davvero di un’opera d’arte, nata dal desiderio di dialogo, anziché di scontro fra culture. E mi sembra davvero ridicolo doverlo dimostrare di fronte a un tribunale… staremo a vedere!

lunedì 27 luglio 2015

Il PAC non ha paura e oggi apre in ricordo della strage del 1993

Chi è di Milano, chi ama l’arte contemporanea ma credo anche molte altre persone ricorderanno la strage del 27 luglio 1993, quando via Palestro venne presa di mira sulla scia degli attentati di quel terribile biennio in cui persero la vita anche Falcone e Borsellino. 

Per non dimenticare quei fatti, per consegnare la memoria ai più giovani che in quegli anni sono nati, oggi il PAC ha scelto di tenere aperte le sue porte, straordinariamente di lunedì e fino a mezzanotte, con un biglietto ridotto. Potrete visitare dunque la mostra, di cui vi ho parlato qualche tempo fa.


Un’iniziativa nata dalla grande sensibilità di chi da anni gestisce, seppur con qualche difficoltà, quello che a conti fatti è l’unica sede civica per l’arte contemporanea, simbolo di una Milano che sa ricostruire se stessa dalle macerie, quella Milano che amiamo e che ha rubato il cuore a chi l’ha scelta come sua città adottiva. 

Fate un giro sul sito ufficiale del PAC qui



martedì 21 luglio 2015

Ciao Elio!

Quando un amico viene a mancare, in modo così inaspettato e silenzioso poi, le parole si svuotano del loro significato, soffocate dalla rabbia per qualcosa che non possiamo controllare, comprendere e quindi descrivere. Qualcosa che ogni volta ci ricorda quanto siamo umani e per questo "finiti".

Ho riflettuto un po' prima di scrivere qualcosa sulla morte di Elio Fiorucci. Ho scritto molte parole, poi le ho cancellate perché nessuna mi sembrava sufficientemente delicata e opportuna per trasmettere quello che provo di fronte a questa notizia.

Così ho pensato che il modo migliore per rendere omaggio a Elio, da amico, da amante dell'arte, da milanese acquisito ormai da molti anni, fosse quello di ricordare quanto sia stato grande, quanto a lasciarci sarà solo il suo corpo perché il suo spirito eclettico, creativo e tenace continuerà a vivere in quello che ha fatto e che ci rende tutti onorati di averlo potuto incontrare su questa terra.

Elio Fiorucci era un grandissimo osservatore, un importatore di tendenze, un anticipatore, fin dal 1967 quando ha aperto il suo primo negozio, poi divenuto storico, sotto la Galleria Passarella a Milano, con l'allestimento di Amalia Del Ponte e un Celentano in cadillac rosa.

Elio Fiorucci aveva un'ottica internazionale, ha conquistato New York, ma al suo paese ha saputo regalare una boccata d'aria fresca. Come quando ha voluto che Keith Haring decorasse il suo negozio e ha organizzato un grande party per Andy Warhol al Plastic. Dov'è finita questa Milano?

Elio Fiorucci potevi incontrarlo al vernissage di una mostra e sentirlo condividere con te cosa ne pensava, che tu fossi un critico, uno studente o un passante. Era un uomo estremamente gioviale e sorridente.

Sarà difficile non incrociare più il suo sguardo agli agli appuntamenti importanti di Milano, ma se questa città è diventata quel che è, se non ha mai smesso di volersi divertire ed essere auto ironica lo dobbiamo anche a lui. E questa eredità farà in modo che sia sempre con noi.

sabato 18 luglio 2015

Sarà la volta buona? Iniziano i lavori per realizzare il progetto di Jean Nouvel per Fendi

Se tutto va come deve, fra dodici mesi Roma avrà un nuovo centro per l’arte contemporanea. Il progetto per la verità è ormai datato: già nel 2012 Jean Nouvel era stato incaricato da Alda Fendi, mecenate e collezionista a capo dell’omonima fondazione, di ristrutturare e riconvertire il Palazzo del Velabro al Foro Boario, nel cuore della capitale. Cos’è successo nel frattempo? Soprintendenze, controlli, autorizzazioni, doverosi ma come accade spesso in Italia un po’ macchinosi.

Ecco il cantiere - foto via Artribune
Da qualche settimana però il cantiere è stato installato. E allora si parte! Cosa vedremo l’estate prossima? Dopo le prestigiose esperirenze di Fondation Cartier, l’Institute du Monde Arabe e il Musée du Quai Branly (per citare solo quelle parigine) il disegno di Nouvel prevede la creazione di un hub aperto giorno e notte che ospiterà una galleria per mostre temporanee, spazi per residenze d’artista, ma anche alcune botteghe di artigiani in cui far rivivere le eccellenze del made in Italy, oltre che showroom, librerie, punti di ristorazione ormai d’obbligo.

Pare un sogno, ancora una volta nato dalla lungimiranza di un privato, che non vedo l’ora di toccare con mano. Le premesse ci son tutte: appuntamento al 2016!


giovedì 16 luglio 2015

Tempo di vacanze estive ma Prada pensa già a settembre con due settimane di performance in programma

Dopo il grande successo dell’inaugurazione, la mostra di Settis in tandem con la sede veneziana (e, perché non ricordarlo, il divertente inconveniente della caduta in acqua nei giorni della Biennale) la Fondazione Prada non perde tempo e annuncia un programma performativo dal 18 settembre al 3 ottobre. 

foto via fondazioneprada.org 
Al termine della mostra Serial Classic lo spazio del Podium, forse il più affascinante della neonata Fondazione, si popolerà delle coreografie di Virgilio Sieni, direttore della Biennale Danza, per il progetto Atlante del gesto

Per il debutto nel campo delle arte performative di Prada Sileni ha pensato di trasformare lo spazio espositivo in un "paesaggio di gesti”, in contrappunto con l’immobilità delle sculture classiche, coinvolgendo danzatori professionisti e non, persone di ogni età, coppie di madri e figli e piccole formazioni di musicisti anziani. 

Ecco dunque la call per chi volesse partecipare a questa esperienza unica, basta andare sul sito della Fondazione. Avete due mesi per allenarvi :) 

lunedì 13 luglio 2015

Ancora Biennale Arte 2015: performance di Joan Jonas al Teatro Piccolo Arsenale

Una news al volo per voi perché è una di quelle esperienze davvero da non perdere: il 20, 21 e 22 luglio alle 21 al Teatro Piccolo Arsenale in Campo della Tana si terrà la performance video di Joan Jonas con le musiche di Jason Moran. Per chi non l'abbia mai vista è un'occasione davvero speciale perché la forza vitale di questa donnina è contagiosa e ammaliante. Per chi invece abbia già avuto la fortuna di essere all'Hangar Bicocca qualche tempo fa (ne avevo parlato qui) sarà il modo di godere della straordinaria location.

Il titolo della performance di Joan Jonas è They Come to Us without a World II. Il progetto è organizzato dal Padiglione degli Stati Uniti. Inutile ricordare che è stato grazie alla Jonas uno dei più acclamati della Biennale in corso... Fondamentale anche la collaborazione del MIT List Visual Arts Center e il teatro fondamenta Nuova oltre che dello IUAV.

Per prenotare i biglietti e trovare tutte le info cliccate qui.

venerdì 10 luglio 2015

L’arte non si ferma in Grecia: ecco il progetto Dio Horia a Mykonos

In questi ultimi tempi i riflettori puntati sulla Grecia ne delineano orizzonti decisamente poco confortanti. Così, leggere di una nuova realtà per l’arte contemporanea mi ha rincuorato per qualche istante. Si tratta di Dio Horia, una piattaforma dedicata a pubblici di tutti i tipi, anche per i “non addetti”, e nata come intensivo programma di eventi, mostre, pubblicazioni e ricerca. Un supporto soprattutto per i giovani artisti greci, perché possano farsi strada nel sistema globale dell’arte contemporanea, che si concretizza in  un programma di residenza d'artista a Mykonos. 


Da giugno a ottobre a Dio Horia andrà in scena la collettiva curata da Marina Vranopoulou: una riflessione di diversi artisti sul sentimento di attrazione-repulsione che Mykonos genera, senza dimenticare ovviamente una riflessione sul contesto sociopolitico greco e la tematica del turismo nella penisola. 

Vi inito a visitare il sito ufficiale qui

giovedì 9 luglio 2015

Avvistato Nidhal Chamekh a Milano...

Vi ricordate dell'artista tunisino Nidhal Chamekh? Ve ne avevo parlato a proposito della Biennale di Venezia 2015 perché è un artista che seguo da qualche mese, scoperto ad Arte Fiera grazie a Primo Marella e chiamato poi da Okwui Enwezor per All the World's Futures.

Ecco, ieri pare fosse a Milano, nei dintorni della Pinacoteca di Brera per studiare la mostra sul disegno, sua grande passione e talento... ma non solo! Pare lo vedremo presto in una bellissima mostra in galleria proprio qui in città... E io non vedo l'ora!

Nell'attesa continuo a seguirlo sul suo sito ufficiale perché le mostre e gli articoli su di lui si stanno moltiplicando.  Caldamente consigliato!

domenica 5 luglio 2015

La pittura è la risposta alla crisi? Fra GAM e PAC pare proprio di si

Qualche tempo fa ho segnalato la mostra estiva della GAM di Milano, che complice UBS e Francesco Bonami propone con Don’t shoot the painter! la pittura come risposta al momento di confusione dei linguaggi degli ultimi decenni. Da giovedì 9 il PAC non sarà da meno, invitando alla lettura della Cina contemporanea attraverso la sua pittura con la collettiva Jing Shen. L'atto della pittura nella Cina contemporanea

Personalmente la mia collezione non vede una grande presenza di artisti cinesi, perché non ho mai avuto modo di avvicinarmi in profondità a questa cultura ed è proprio per questo motivo che trovo che questa mostra avrà molti spunti da regalarmi. In cinese scrivere è dipingere, e viceversa. è il modo più profondo di riflettere e avvicinarsi al mondo dell’arte, tanto che spesso anche installazioni, performance e sculture non posso fare a meno dell’ausilio del mezzo pittorico.


Jing Shen significa consapevolezza del gesto, ma anche forza interiore. Come a dire che è nell’azione, nel gesto, appunto, che si traduce a pieno il momento della riflessione: è nel disegno, nello schizzo a matita che si concretizza la ricerca, l’atto meditativo, dalla tradizione della calligrafia fino ai nostri giorni. 

Per questo motivo vedremo al PAC tre generazioni di artisti confrontarsi e trovare il loro punto d’incontro proprio nel gesto pittorico, sia esso tradotto in veri e propri quadri oppure momento di confronto con altri linguaggi. 

Una mostra da non perdere prima di partire per le vacanze, perché chiuderà già il 6 settembre