Non so se vi siete già imbattuti in questo nuovo progetto di Riccardo Crespi: la sua Wunderkammer, di cui vi avevo parlato ormai tanto tempo fa, si è trasformata in un’idea di cultura partecipativa dove finalmente anche noi collezionisti possiamo dire la nostra.
Diversi mecenati sono invitati a portare in galleria l’opera di giovani artisti italiani per offrire loro non solo uno spazio e visibilità, ma soprattutto la possibilità di intavolare relazioni e conversazioni fra collezionisti e curatori in maniera genuina e costruttiva.
Il primo appuntamento è stato con l’artista Luigi Ballario (1988), scelto da Paolo Gori e con la curatela di Federica Boràgina. Ora tocca a Sebastiano Sofia con Quello che il bruco chiama fine del mondo, presentato dal grandissimo Giorgio Fasol, con la curatela di Denis Isaia.
Sebastiano Sofia (Verona, 1986) è stato allievo di Luca Trevisani. Nel suo lavoro tratta la materia come transitorietà e movimento e la sovversione delle categorie di specie e genere.
L’appuntamento è per giovedì 10 alle 18.30 da Riccardo Crespi.
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