Sono stato da poco a visitare
la prima retrospettiva italiana di Miroslaw Balka curata da Vicente Todolí per Hangar Bicocca. Il fascino
di questo gioiello milanese è sempre forte, ma mai come per questa mostra la
connessione fra ambiente e installazioni è talmente forte da togliere il fiato.
L’oscurità gioca un ruolo fondamentale nel rendere il percorso totalmente
immersivo. È stata un’esperienza davvero intensa.
L’obiettivo di Balka è quello di renderci coscienti della
nostra presenza nello spazio, concentrandoci sulla nostra percezione e sui
nostri ricordi. Quasi tutte le quindici opere selezionate da Hangar Bicocca ci
invitano a compiere un’azione, ad attraversarle, a subirne la maestosità, a
entrare in empatia con esse attivando le connessioni fra memoria individuale e
collettiva.
Elementi quotidiani come zerbini, saponette, mattoni
acquistano un carattere evocativo per riflettere altrettanto sulla storia dell’Europa
e della Polonia, paese d’origine di Balka dove tuttora vive e lavora.
Non perdetela, avete tempo fino al 30 luglio.
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