Chi è Roberto Spada


Roberto Spada
Mi chiamo Roberto Spada e da qualche anno a questa parte non perdo occasione per smettere i panni del professionista e dedicare il tempo libero a un nuovo interesse: l'arte contemporanea.
In realtà non ricordo con precisione il momento in cui ho deciso che sarei diventato un collezionista d’arte. E’ successo in maniera fulminea, indirizzato da un forte istinto. Credo di aver realizzato solo parecchio tempo dopo il primo acquisto che si trattava di un’inclinazione latente che prima o poi sarebbe esplosa. Ma andiamo per ordine.

Attratto dalla cultura indiana, soprattutto per la sua profonda spiritualità, ho l’abitudine di tornare dai miei viaggi con valigie ricolme di testimonianze di quelle terre. Ogni volta è sempre più difficile lasciare l’India, così mi convinco che portare con me quei Buddha sia un modo per non abbandonarla mai del tutto. Il valore di ogni statua, di ogni tessuto va al di là della semplice esistenza fisica, della sua materia: è il mio punto di contatto con le radici di quel Paese. Credo sia questo aspetto degli oggetti d’arte ad avermi stregato.

La prima vera infatuazione per l’arte contemporanea si è verificata meno di dieci anni fa a Venezia. Passeggiavo solitario lungo le Corderie dell’Arsenale finché il mio sguardo è stato rapito da una fotografia. Provai a fare finta di niente, ma come un mantra ripetevo dentro di me questa frase: “io non posso pensare di vivere senza quell’opera d’arte”. Lo so, sembra irrazionale e naif quanto una cotta fra adolescenti, ma è proprio così che succede.
Portata a casa la fotografia, ancora non sapevo che quel meccanismo sarebbe scattato molte altre volte. Complici due carissimi amici, infatti, questi colpi di fulmine diventarono ben presto un “vizio”. Mi sono unito volentieri ai viaggi organizzati in India, Iran e Israele da Giuseppe Iannaccone, avvocato e collezionista di arte moderna e contemporanea, e dalla straordinaria Claudia Gian Ferrari, figlia di Ettore, uno dei più grandi galleristi del Novecento, di cui con straordinario carisma ha portato avanti l’attività fino alla prematura scomparsa. Io partivo come appassionato di culture orientali, loro alla ricerca di giovani artisti e nuove gallerie da scoprire. Ripensando al mio atteggiamento all’epoca, devo essere sembrato molto buffo: mi guardavo intorno e stavo in silenzio fino all’ultimo, aspettando col timore di risultare inopportuno per i miei commenti da neofita.
Quando presi il coraggio di acquistare due sculture di un artista indiano, Claudia mi rassicurò dicendo che se mi fossi stancato di vederle in casa le avrebbe comprate lei. Capii che avevo scelto bene, secondo lei avevo un gran fiuto. Quel che è certo è che le due sculture vivono ancora nel mio salotto: ogni acquisto, almeno nel mio caso, è un amore che non finisce. Una collezione d’arte è come un’affascinante e legittima poligamia.
Per questo motivo anche se nel corso del tempo ho accompagnato la passione allo studio, cercando di informarmi sugli artisti e sulle loro carriere, selezionando le gallerie e le fiere di qualità, resto ancora dell’idea che il primo sguardo sia fondamentale: è l’opera che mi deve parlare prima ancora di conoscerne l’autore. È con questo spirito che ho deciso di dare vita a questo blog. Mi piacerebbe condividere come in un diario di bordo le impressioni dei miei viaggi fra mostre e appuntamenti da non perdere nel multiforme panorama dell’arte contemporanea, senza la pretesa di essere esaustivo, ma sperando di trovare sulla mia strada altri artoholic disposti come me ad investire in bellezza. E allora, partiamo!

4 commenti:

  1. Grazie per la dettagliata descrizione, un blog da seguire senza ombra di dubbio.

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  2. Non sono un'esperta d'arte ma sono una persona curiosa di tutto ciò che non conosco. Grazie

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  3. Grazie Sabrina, la curiosità è una preziosa dote. Continua a seguirmi se ti va!

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